Come la medicina di genere può trasformare la prevenzione e la cura per migliorare il benessere femminile.
In occasione del convengo “Salute delle Donne: Benessere presente, Crescita futura”, tenutosi a Roma in occasione della Giornata mondiale della salute, che ricorre il 7 aprile di ogni anno, è stato presentato un rapporto cruciale sulla salute femminile e sull’importanza della medicina di genere.
La salute femminile rappresenta un tema centrale non solo per le donne ma per la sostenibilità economica e sociale del paese se si considera che le patologie della popolazione femminile rappresentano un significativo freno alla crescita economica, stante i costi delle cure e le assenze per malattie. Il rapporto attesta che la messa a terra di un mix di interventi di prevenzione (stili di vita, screening…), di diagnosi tempestive e di trattamenti adeguati potrebbe determinare un aumento del 2% del PIL.
Dal rapporto emerge tuttavia che tale potenzialità è frenata dalla permanenza di due paradossi. Il primo: le donne vivono più a lungo degli uomini ma spesso in condizioni di salute peggiori, a causa di malattie croniche e minori disponibilità economiche per accedere alle cure. Il secondo riguarda invece la cura delle patologie: le donne sono infatti molto sottorappresentate negli studi clinici, la ricerca scientifica è stata tradizionalmente svolta sul corpo maschile.

Il decalogo per mettere le donne al centro della ricerca e delle politiche sanitarie
Il rapporto rileva quindi come sia fondamentale implementare il ricorso alla Medicina di Genere, e ha elaborato a tal fine un decalogo di proposte concrete per mettere le donne al centro della ricerca e delle politiche sanitarie:
- promuovere la Medicina di Genere in tutte le politiche, istituendo un tavolo di lavoro interministeriale;
- accelerare il raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica esistenti potenziando i programmi di prevenzione di genere, anche attraverso strumenti digitali;
- aumentare la raccolta e l’analisi di dati epidemiologici disaggregati per genere attraverso l’AI per valutare l’impatto degli interventi sanitari;
- monitorare l’impatto economico e sociale delle malattie femminili;
- rafforzare nelle facoltà di medicina e nei programmi di formazione continua lo studio delle differenze biologiche di genere, assicurando anche equità di genere tra i docenti;
- diffondere un approccio di genere multidisciplinare e integrato con i servizi socio-assistenziali;
- promuovere la diversità nella ricerca clinica;
- rafforzare la ricerca sulle condizioni specifiche delle donne, anche attraverso nuovi modelli di finanziamento, favorendo la collaborazione tra attori pubblici e privati;
- aumentare la conoscenza delle patologie femminili e dei bisogni di salute propri delle donne;
- favorire la partecipazione femminile nella ricerca e nei ruoli decisionali in ambito scientifico e sanitario.